Armando Rossi: promemoria in dieci punti, né troppi né pochi. #ricominciodatre

#ricominciodatre

di Armando Rossi*

Sarò assertivo senza essere chiaramente esplicativo …scusatemi!

  • L’idea che qualcuno voglia abortire l’esperienza senza verificare se il bambino sia sano, mi parrebbe francamente grottesca e tipicamente di sinistra. Il che, se non altro, definisce senza ambiguità l’appartenenza!
  • Abbiamo ricevuto una clamorosa nota di biasimo! Non potevamo attenderci, realisticamente, un risultato a due cifre ma il 3,..% è ben al di sotto di quanto ciascuno di noi pensasse nei momenti di sconforto!
  • Vuol dire che abbiamo commesso degli errori, alcuni rilevanti: è innegabile! In giro per l’occidente, diverse esperienze ci dicono che c’è spazio per un quarto, se non terzo polo chiaramente di sinistra, identitario.
  • Identità-Riconoscibilità: messaggi assolutamente scoordinati e senza la capacità di ricondurli a quelle tre/quattro parole d’ordine che sarebbero state necessarie: FORTI e dette da voci credibili!
  • Non puoi suonare rapidamente e credibilmente “nuova musica” con l’orchestra vecchia! O, per dirla con parole nostre, l’usato garantito interessa una parte assolutamente minoritaria di cittadini… I compagni di lunga leadership debbono essere coraggiosi con sé stessi e generosi con i giovani!
  • Abbiamo scoperto, tardi, ex-post, che gli italiani votano sempre meno con la testa e sempre più con la pancia. Ci siamo detti. Forse perché hanno smesso di votare in modo fideistico, a prescindere dai comportamenti e dalle parole, sulla base della mera appartenenza? Quello era votar di testa e, oggi, votano più di pancia, attirati dalle sirene del populismo? Mah! Non sarà che c’è più “politica” di quanto non si riesca a vedere? Colpa di una politica diversa e della cristallizzazione della retina.
  • Se non vogliamo essere “populisti” e, al contempo, dare risposte per l’immediato e disegnare scenari futuri che inneschino maggiore fiducia, che rendano credibile un progetto di contrasto alle diseguaglianze, non abbiamo altra strada che affermare la modernità di alcuni principi di fondo del pensiero marxista, tra i quali, a mio avviso, il cardine è LOTTA DI CLASSE. Aver lasciato l’elegia della “lotta di classe” al solo Warren Buffet, ci priva di una timbrica necessaria, fondamentale-
  • Non possiamo assecondare il progetto, ormai quarantennale, del neoliberismo che ci ha imposto il superamento dell’homo illuministicus, portatore di diritti, con l’homo economicus, portatore indenne di competitività, flessibilità, individualismo. Questo, del neoliberismo, è il disegno di chi non vuole soltanto essere un modello economico ma farsi antropologia culturale. E ci è riuscito… In quel contesto, NOI (almeno spero, noi!) siamo perdenti per due motivi: ci sono migliori interpreti e non saremmo più noi! Torneremmo a essere, ancora, quel che è stata la socialdemocrazia della terza via: perdente nel medio periodo e corresponsabile di quel che vediamo.
  • Solo così, a mio avviso, la nostra esistenza ha un senso politico compiuto.
  • L’esercizio a cui siamo chiamati è dare voce ai territori, alla periferia della Politica e ai giovani, in un progetto costituente che sia aperto e privo di ambiguità e di incoerenze. I compagni stanno a guardare ma non aspettano…

*Modena. Consulente marketing per un gruppo di aziende nel settore informatico. Ex-PCI, ex-PDS, ex-DS, ex-PD. Ora parte del coordinamento provinciale (in disarmo, spero) di Articolo Uno – MDP