Del Ghingaro (sindaco di Viareggio): il 1 luglio io ci sono, ecco perché

Toscana

Le elezioni amministrative sono uno specchio significativo e reale del rapporto tra i cittadini e la classe dirigente; anche in questa tornata hanno evidenziato alcuni dati politici: il primo riguarda il Pd, partito nato con l’intento di innovare il panorama politico italiano, oggi dilaniato da scontri interni e sempre più distante dalla quotidianità delle persone.

Un partito forte, in grado di guidare una coalizione e un Paese, ha bisogno di un leader che sappia unire e di un progetto chiaro e coerente con i principi ispiratori di questo grande soggetto politico. Per questo non mi piace l’atteggiamento del segretario Renzi, il suo continuo ammiccamento nei confronti di Forza Italia e di un leader, Berlusconi, che ha distrutto culturalmente un Paese.

In secondo luogo le elezioni amministrative e quanto avvenuto a Lucca hanno evidenziato chiaramente che il Pd da solo non vince, che è necessario uno schieramento più ampio che vada dalle forze moderate alla sinistra e che “un uomo solo al comando” rischia di portare un partito e un’esperienza politica verso l’isolamento e l’autoreferenzialità, perdendo il contatto con la realtà e con i territori.

Anche per questo, personalmente, ho accolto con rinnovato entusiasmo la scelta del governatore Rossi che, insieme ad altri esponenti, ha avuto la lungimiranza di capire e contestare i limiti di un Pd che si sta sempre più allontanando dalle proprie radici. Da elettore di centrosinistra, prima che da sindaco, mi sono più volte chiesto quale scelta potesse compiere un uomo o una donna di sinistra che non si riconosce nel Partito Democratico. Ecco, questa risposta la dobbiamo costruire.

Partendo da un dato inconfutabile: le elezioni amministrative segnano la sconfitta politica di questa idea di partito e di coalizione. E laddove abbiamo vinto, come a Lucca, lo abbiamo fatto perché il centrosinistra è stato capace di riunirsi attorno ad un progetto comune, nell’ottica della continuità e dei valori che l’avanzamento della destra stavano mettendo in discussione.

C’è bisogno, oggi più che mai, di recuperare quel “civismo” positivo e propositivo che è stato alla base di tanti successi, compreso quello di Viareggio, c’è bisogno di unire le forze progressiste in un progetto chiaro e coerente, c’è bisogno di una leadership che ritrovi un rapporto di fiducia con il partito e con il Paese.
Non serve una tenda, ma una casa stabile e sicura. E la dobbiamo costruire insieme, partendo da quel patrimonio di valori e di ideali nei quali ci riconosciamo.

Io ci sono.